Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/221

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Petrovopoglie, di Scign, e la contrada, che stendesi intorno alle rovine sepolte di Promona, ch’era ancora il centro delle abitazioni degli Illirj propriamente detti al tempo di Augusto. Fu anche dato il nome dell’Illide alla Penisola montuosa di Sabbioncello, che prolungasi in mare fra le foci del Fiume Narenta, e l’Isola di Curzola; ma gli Autori, che così opinarono, non aveano ben esaminato le descrizioni, che se ne trovano presso gli antichi Geografi, differentissime da quanto a Sabbioncello può convenire.

Comunque siasi dell’antica loro origine, gli abitanti di Bossiglina sono a’ giorni nostri così poveri, che non di raro trovansi in necessità di macinar le radici dell’Asfodelo, e farne un pessimo pane, che deve contribuire di molto a mantenervi colla fiacchezza delle forze lo squallore, e la miseria. Le malattie costantemente prodotte da questa malefica radice sono il dolore di stomaco, e l’uscita di sangue. Io non posso abbastanza stupire, che i posseditori de’ terreni, e i Feudatarj della Dalmazia badino generalmente sì poco alla sussistenza de’ coloni, i quali ànno pur gran bisogno, che vi sia chi pensi per loro. La piantagione dei Castagni, spezie d’albero, che non si trova assolutamente in veruna parte della Provincia, e che converrebbe moltissimo alle montagne interne, sarebbe salutare pei poveri. Gioverebbe anche ad essi l’uso delle Patate, delle quali si pascerebbono certamente più volontieri, che di radici d’Aro, e d’Asfodelo, o di bacche di Ginepro cotte, cibi pur troppo usati negli anni di scarsezza da molte, e molte miserabili popolazioni dell’Isole, e del litorale. Voi sapete quanto alla Patria vostra sieno state utili le Patate, che ànno preso il luogo del cattivo pane, cui mangiavano particolarmente nelle povere contrade della Dalecarlia gli squallidi contadini, ne’ tempi di carestia.