Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/289

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Baumanniana. Il più curioso, non il più frequente scherzo che vi si vegga, sono certe vasche fatte a foggia di gran conche embricate, una delle quali, ch’io ò particolarmente osservata, à gli embrici oltre mezzo piede larghi; ed assai ben configurati. Questi non posano già sul suolo, ma dal centro della conca partono curvandosi all’infuori; la conca non à grossezza maggiore di quattro dita, ed è capace di molt’acqua, imperocchè à oltre due piedi, e mezzo di lunghezza. Non si potrebbe dall’Arte eseguire pezzo più bello per decorarne una fonte, o una grotta di giardino; dall’Arte dico, che la Natura volesse imitare, non adornarla. Quelle medesime acque, che da poco più di due piedi d’altezza cadendo la gran Conca embricata lavorarono assai regolarmente, formano de’ modelli di fortificazione molto ben intesi, vuoti nel mezzo, e circondati da bastioncini, e muraglie non più alte di tre in quattro pollici. Nè vi crediate, che l’immaginazione ci abbia fatto in que’ lavori trovare una perfezione, che non vi sia poi veramente; la Natura gli à architettati in modo sì maestrevole, che merita una particolar attenzione. Ella vi è stata ancora più esatta, che nel lavorare la Pietra Matematica, che trovasi nel Martignone, poco lontano da Bologna. Mentre noi andavamo carponi pella Caverna, incontrammo anche qualche picciola piscina, in cui gran quantità di laminette saline candidissime calcareo-spatose erano ammucchiate, stesesi durante una lunga successione di tempi su la superficie dell’acqua come un velo petroso; e poi successivamente calate a fondo, per dar luogo alla formazione d’un’altra lamina salma; curiosità1, che io avea già

  1. V. Arduini, Lettere Orittografiche nel T. VI della Nuova Raccolta d’Opuscoli, che si pubblica periodicamente in Venezia