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278 libro secondo - sezione quinta - capo primo


593L’altro gran rottame egli è ch’i greci, usciti di Grecia, osservaron i cureti, ovvero sacerdoti di Cibele, sparsi in Saturnia (o sia l’antica Italia), in Creta ed in Asia; talché dovettero dappertutto nelle prime nazioni barbare celebrarsi regni di cureti, corrispondenti a’ regni degli Eraclidi, sparsi per l’antichissima Grecia. I quali cureti furon que’ sacerdoti armati, che col battere dell’armi attutarono i vagiti di Giove bambino, che Saturno volevasi divorare; la qual favola è stata testé spiegata.

594Per tutto lo che ragionato, da questo antichissimo punto di tempo e con questa guisa nacquero i primi comizi curiati, che sono gli piú antichi che si leggono sulla storia romana; i quali si dovettero tener sotto l’armi, e restarono poi per trattare le cose sagre, perché con tal aspetto ne’ primi tempi si guardarono tutte le cose profane. Delle quali adunanze si maraviglia Livio ch’a’ tempi d’Annibale, che vi passa per mezzo, si tenevano nelle Gallie. Ma Tacito ne’ Costumi de’ Germani ci narra quello: che si tenevano anco da’ sacerdoti, ove comandavano le pene in mezzo dell’armi, come se ivi fussero presenti i lor dèi (e con giusto senso: si armavano le adunanze eroiche per comandare le pene, perché il sommo imperio delle leggi va di séguito al sommo imperio dell’armi); e generalmente narra che armati trattavano tutti i loro pubblici affari e presiedendovi i sacerdoti, com’or si è detto. Laonde tra gli antichi Germani, i quali ci danno luogo d’intendere lo stesso costume di tutti i primi popoli barbari, si rincontra il regno de’ sacerdoti egizi; si rincontrano i regni de’ cureti ovvero de’ sacerdoti armati, che, come abbiam veduto, i greci osservarono in Saturnia (o sia l’antica Italia), in Creta ed in Asia; si rincontrano i quiriti dell’antichissimo Lazio.

595Per le quali cose ragionate, il «diritto de’ quiriti» dee essere stato il diritto naturale delle genti eroiche d’Italia, che, per distinguersi da quello degli altri popoli, si disse «ius quiritium romanorum»; non giá per patto convenuto tra’ sabini e romani, che si fussero detti «quiriti» da Cure, capital cittá de’ sabini, perché, cosí, dovrebbon essere stati detti «cureti»,