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84 libro primo - sezione seconda


XXVI

170I giganti furon in natura di vasti corpi, quali in piedi dell’America, nel paese detto «de los patacones», dicono viaggiatori essersi truovati goffi e fierissimi. E, lasciate le vane o sconce o false ragioni che ne hanno arrecato i filosofi, raccolte e seguite dal Cassanione, De gigantibus, se n’arrecano le cagioni, parte fisiche e parte morali, osservate da Giulio Cesare e da Cornelio Tacito ove narrano della gigantesca statura degli antichi germani; e, da noi considerate, si compongono sulla ferina educazion de’ fanciulli.

XXVII

171La storia greca, dalla qual abbiamo tutto ciò ch’abbiamo (dalla romana in fuori) di tutte l’altre antichitá gentilesche, ella dal diluvio e da’ giganti prende i principi.

172Queste due degnitá mettono in comparsa tutto il primo gener umano diviso in due spezie: una di giganti, altra d’uomini di giusta corporatura; quelli gentili, questi ebrei (la qual differenza non può essere nata altronde che dalla ferina educazione di quelli e dall’umana di questi); e, ’n conseguenza, che gli ebrei ebbero altra origine da quella c’hanno avuto tutti i gentili.

XXVIII

173Ci sono pur giunti due gran rottami dell’egiziache antichitá, che si sono sopra osservati. De’ quali uno è che gli egizi riducevano tutto il tempo del mondo scorso loro dinanzi a tre etá, che furono: etá degli dèi, etá degli eroi ed etá degli uomini. L’altro, che per tutte queste tre etá si fussero parlate tre lingue, nell’ordine corrispondenti a dette tre etá, che furono: la lingua geroglifica ovvero sagra, la lingua simbolica o per somiglianze, qual è l’eroica, e la pistolare o sia volgare degli uomini, per segni convenuti da comunicare le volgari bisogne della lor vita.