Pagina:Vico, Giambattista – La scienza nuova seconda, Vol. II, 1928 – BEIC 1964822.djvu/227

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sezione quinta 221


1285[SN2] Queste ragionate cose si compongano sulle degnitá dalla lxxxv [lxxxix] incominciando sino alla xc [xcv], sulle quali, come in lor base, si sono ferme. E quivi si combinino le cagioni dell’eroismo romano con l’ateniese, che, finché Atene, come ne udimmo Tucidide, fu governata dagli areopagiti, cioè fu di forma o almen di governo aristocratica (il qual tempo durò fin a Pericle ed Aristide, che furon il Sestio e ’l Canuleo ateniesi, ch’aprirono la porta degli onori a’ plebei), fece ella delle imprese sublimi e magnanime. Si combinino con lo spartano, il quale fu certamente di Stato aristocratico, e quanti nobili diede tanti eroi alla Grecia, che con merito si davan a conoscere essere discendenti di Ercole. E si vedrá ad evidenza pruovato che l’umana virtú non può umanamente sollevarsi che dalla provvedenza con gli ordini civili ch’ella ha posto alle cose umane, come ne abbiamo dato una degnitá. La quale ora stendiamo ancor alle scienze, le quali non si sono intese né accresciute che alle pubbliche necessitá delle nazioni: come la religione produsse l’astronomia a’ caldei; le innondazioni del Nilo, che disturbava i confini de’campi agli egizi, produsse loro la geometria, e quindi la maravigliosa architettura urbana delle loro piramidi; la negoziazion marittima produsse a’ fenici l’aritmetica e la nautica; siccome oggi l’Olanda, per esser soggetta al flusso e riflusso del mare, ha tra’ suoi produtto la scienza della fortificazione nell’acque. Onde si veda se senza religione, che ne avesse fondate le repubbliche, gli uomini arebbono potuto avere verun’idea di scienza o di virtú!