Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/120

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ricordata Giulia Rocca con Giulio Cesare Mazzacane principe d Omignano. — La canzone per le nozze di Massimiliano duca di Baviera con Teresa figlia di Giovanni Sobieski è anch’essa, come il Panegirico , del 1694. — Non mentovate dall’ Autobiografia sono le prime due canzoni vichiane a stampa: Affetti di un disperato e In morte di Antonio Caraffa , pubblicate entrambe con la data di Venezia, Gonzatti, 1693. La prima fu scritta nel 1692 a Vatolla, data alla luce prima del marzo 1693, e dedicata a Domenico Rocca per gratitudine «di alcun ricordevole beneficio ricevuto». La seconda, composta a Napoli dopo il 28 marzo 1693, era stata giá pubblicata nel maggio. — Poco posteriore è la sola poesia amorosa del V., cioè un breve carme latino, nel quale si scusa con Sebastiano Biancardi, che dal 1692 al 1702 preparò una raccolta poetica in onore del defunto suo padre adottivo Fulvio Caracciolo (1627-92), di non poter collaborare a quella raccolta, perché « me miserum perire ac uri Gaudet Lesbia quatn nitnis superba » .

pp. 20-1 — L’atteggiamento di critico e di oppositore al tipo di cultura determinatosi a Napoli negli ultimissimi anni del Seicento fu assunto, veramente, dal V. soltanto alcuni anni piú tardi (1710 circa). — Chi a Napoli era riuscito a sostituire gli Elementi di Euclide alla logica scolastica era stato Tommaso Cornelio. — Lo scetticismo e l’antigalenismo in medicina erano stati frutto della fiera polemica condotta contro Carlo Pignataro e altri galenisti dal Di Capua e dai suoi innumerevoli seguaci, ai quali, in altro luogo de\V Autobiografia (p. 33), il V. confessa d’essere appartenuto. — Il dispregio pei glossatori e l’ammirazione per Cuiacio e gli eruditi moderni del diritto romano erano stati determinati a Napoli dall’esempio del maggiore avvocato napoletano di quei tempi: Francesco d’Andrea. — Lionardo di Capua da Bagnoli Irpino (16171695) abitava a Napoli nella stessa parrocchia del V.: l’opera, in cui precipuamente instaurò a Napoli il purismo trecentistico di cui s’è giá discorso, è il famoso Parere sull’incertezza della medicina (Venezia, 1681; Napoli, 1689). — I non meno celebri Progymnasinata di Tommaso Cornelio da Rovito (1614-1684) erano stati ristampati nel 1688 dal libraio Carlo Porpora, la cui bottega, vicinissima a quella di Antonio di Vico, era il principale ritrovo degli « ateisti » sopra ricordati. — I Rudimenti del Gressero sono le Insti lutiones linguae graecae (1596 e molte altre edizz.) di Giacomo Gretser (1561-1623). — Dalle opere del V. pare anche ch’egli si procurasse un’infarinatura di ebraico. — La risoluzione di ab