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Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/344

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madre di saggi, prodi, invitti duci, ne la cittá che sovra l’altre in grido il publico inalzò genio guerriero, per queste liete nozze 555e d’una nobil sposa

il cui gran genitore

per raro valor d’arme è assai ben chiaro e d’un sposo gentile, il cui gran zio, che puoi tu dir gran padre, 560nel mestiere de Tarmi è assai ben noto* 1 2 ),

lo tutto ciò confesso e riconosco essere tutto ciò ben tua ragione, e dirò molto piú: siamo in tua casa.

Non per tanto io peccai contro la legge 565che de la danza giá prescrisse l’uso,

ma sommisi la danza ad una legge la quale m’ha dettato alta ragione.

Pria t’ accese al valor alta pietade e somma diligenza inverso Giove,

570ond’egli avviene che d’eterne glorie

segnan gli annali e adornano T istorie le guerre che tu imprendi e pure e pie, che ’ncominciasti a far fin da que’ tempi che difendevi Tare o i primi asili 575con Tasta pura o scevra ancor di ferro;

e Tasta pura poi serbò ’1 romano per premio insigne al militar valore, ond’è Minerva astata la mente che delibera le guerre,

580Pallade astata che n’insegna Parti,

Bellona astata alfin, che Tamministra;

(1) L’eccellentissimo signor don Marino Caracciolo marchese di Santeramo, generale di battaglia [V.].

(2) L’eccellentissimo signor don Giacomo Filomarino duca di Pierdifumo, nella gioventú capitano de’ cavalli [V ].