Pagina:Vico - La scienza nuova, 1, 1911.djvu/169

Da Wikisource.

ANNOTAZIONI ALLA TAVOLA CRONOLOGICA 73


tonici1. Ma tal boria de' dotti non si fermò qui, chè gonfiò più col fingerne anco la succession delle scuole per le nazioni: — che Zoroaste addottrinò Beroso, per la Caldea ; Beroso, Mercurio Trimegisto, per l'Egitto; Mercurio Trimegisto, Atlante, per l'Etiopia; Atlante, Orfeo , per la Tracia; e che, finalmente, Orfeo fermò la sua scuola in Grecia. Ma quindi a poco si vedrà quanto furono facili questi lunghi viaggi per le prime nazioni, le quali, per la loro fresca selvaggia origine, dappertutto vivevano sconosciute alle loro medesime confinanti, e non si conobbero tra loro che con l'occasion delle guerre o per cagione de' traffichi (a). (a) Quindi, frattanto, però s'intenda di che bollore di fantasia fer- vette cotal boria de' dotti nel capo di Samuello Reyero, De mathesi mosaica ^, ove vaneggia che la torre di Babillonia fessesi innal- zata per osservatoio delle stelle; lo che deve andar di séguito a ciò che, forse per conciliar con le novelle curiose la maraviglia a' suoi libri De ccelo [GMA^ (se pur sono suoi, [CAf^^] perocché i critici glieli negano), [SN'^ narra Aristotile 3 che Callisteue , suo genero, gli aveva maudato l'osservazioni astronomiche fatte da' Caldei ben mille novecento e tre anni del temjjo suo, le quali, tornando in- dietro, portavano fin al tempo ch'essa torre si alzò. — [CMA^*] Cer- 1 È inutile quasi d'avvertire che il V. scriveva molto prima che, per mezzo del- l'Anquentil-Duperron, si conoscesse in Europa il Zend-Avesta. Degli oracoli in versi greci attribuiti a Zoroastro egli doveva avere conoscenza diretta, essendo essi pubbl. anche in appendice alla Storio, della filosofia dello Stanley , da lui più d' una volta citata (si vegga, p. e., più oltre, p 74, nota 2). 2 Samelis REYnERi, Juris et Mathematnni Prof. Pubi., Mathesis mosaica , sive Loca Pentateuchi Èlatlieinutica inatheniatice enìlicata , cum Appendice aliorum S. Script. Locorum Mathematicorum (Kilise Holsatorum, Literis et Sumptibus Joachimi Reumanni, Acad. Typogr., A. 0. R. OIOIOCLXXIX), p. 196: « Minime rejicula est seii- tentia illorum fé si cita Gassend., Vit.Tychom., prsefat., p. 21], qui ... Ulani turrivi extruciani fiiisse arbitrantur, ut commodius sideruni ortus et occasus aliaque pha'~ nornena ccelestia possent ad notare , quod Inter alias etiam testatur Diodorus Si culus ». Il che, per altro, non vuoi dire che tale fosse sull'argomento l'opinione del R.; il quale, anzi, poco dopo p. 108), soggiunge: «7jr««c(>a/e/«i>rocer«m et seniorumNiìnrodi intentionem fuisse institutionem alicuius regni solitarii sive monatici, quod omnes universi generis humani liontines in una societate coactos complecterentur », ecc. ' Il V. confonde Aristotele con Simplicio. Il quale ultimo nel suo cemento al De Ccelo aristotelico [II, 12, p. 293 a], p. 226 b (ediz. Hei))crg, Berlin, 1894, p. 506), dice solamente che, mentre Aristotele scriveva, non erano ancora giunte in Gre- cia le osservazioni mandate da Callistene da Babilonia, «a$ laxopel Iloptfó- pioq èxctìv slvai )(iXcwv xaì [lupcaòcov xptcòv scog twv 'AXsgavSpo toO MaxsSóvog aa)^o|jLévag xpó'^wv », ecc.