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128 libro primo — sezione seconda


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Il Diluvio universale si dimostra non già per le pruove filologiche di Martino Scoockio1, le quali sono troppo leggieri; nè per l’astrologiche di Piero cardinale d’Alliac2, seguito da Giampico della Mirandola3, le quali sono troppo incerte, anzi false, rigredendo sopra le Tavole alfonsine4, confutate dagli Ebrei ed ora da’ Cristiani (i quali, disappruovato il calcolo d’Eusebio e di Beda, sieguon oggi quello di Filone Giudeo5): ma si dimostra con istorie fisiche osservate dentro le favole, come nelle Degnità qui appresso si scorgerà.



    mille e cinquecento anni dopo essersi fondate le nazioni ov’essi provennero. Per le quali tre spezie di diritto naturale tra lor confuse si rovesciano gli tre sistemi che ne meditarono gli tre principi di questa dottrina: Ugon Grozio, Giovanni Seldeno e Samuello Pufendorfio, e sopra quelle stesse tre spezie tra loro distinte se ne stabilisce uno diverso da noi.

  1. Op. cit., specialmente c. 5, pp. 335-40: «Omnis generis testimoniis probatum historiam Diluvii a Mose descriptam intelligendam esse de toto terrarum orbe aquis tecto»; — e c. 6, pp. 340-6; «Absurda varia proponuntur quæ non poterunt non provenire, si statuatur neque totam terram tempore Noachi aquis fuisse tectam, neque omne animalium genus aquis absorptum».
  2. Il Weber postilla semplicemente: «In seinem Werke: De concordia Astrologiæ et Theologiæ»: citazione abbastanza vaga e che mostra che forse nemmeno a lui riuscì vedere direttamente quest’opera dell’Alliac, che, per quante ricerche io abbia fatte in parecchie pubbliche biblioteche italiane, non m’è riuscito finora di rinvenire.
  3. Ioannis Pici Mirandulæ, Concordiae comitis, Disputationem in Astrologiam libri XII, lib. V, cc. 7-11 (in Opera omnia, Basileæ, Ex officina Euricpetrina, MD. LXXII, I, pp. 553-70). — Per altro, il Pico della Mirandola, non che seguire l’Alliac, lo confuta. Cfr., p. e., c. VIII: «Tempus rerum non ab astrologia, ut putavit Alliacensis, sed ab historia esse petendum»; — c. X: «Errasse multifariam Alliacensem, et, ut quæcumque supponit concedantur, non tamen efficere quod vult».
  4. Seguace delle Tavole alfonsine è l’Alliac, non il Pico della Mirandola. Cfr. op. cit., p. 565: «Alphonsus numerat a Diluvio ad Christum annos tria millia centum et duos. Idem sentii Albumasar, quem ille scilicet est secutus. Huic numero refragatur omnis historia. Putat Alliacensis errare omnes historias potius quam astrologos. Qua quæso ratione?».
  5. Si vegga p. 80, n. 3.