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ORIGINI DELLE LINGUE E DELLE LETTERE 301

civile) formati tutti monosillabi, che non han nulla d’origini forestiere, nemmeno greche, a riserba di quattro voci: «PoOg, aùg, [lOc, ofi^», ch’a’ Latini significa «siepe» e a’ Greci «serpe». Il quale luogo è l’altro degli tre che stimiamo esser compiuti in quel libro, perch’egli può dar l’esemplo a’ dotti dell’altre lingue di doverne indagare l’origini con grandissimo frutto della repubblica letteraria; come certamente la lingua tedesca, ch’è lingua madre (perocché non vi entrarono mai a comandare nazioni straniere), ha monosillabe tutte le sue radici. Ed esser nati i nomi prima de’ verbi ci è approvato da questa eterna propietà: che non regge orazione se non comincia da nome ch’espresso o taciuto la regga. Finalmente gli autori delle lingue si formarono i verbi, come osserviamo i fanciulli spiegar nomi, particelle, e tacer i verbi. Perchè i nomi destano idee che lasciano fermi vestigi; le particelle, che significano esse modificazioni, fanno il medesimo; ma i verbi significano moti, i quali portano l’innanzi e ’1 dopo, che sono misurati dall’indivisibile del presente, difficilissimo ad intendersi (a) dagli stessi filosofi. Ed è un’osservazione fisica che di molto appruova ciò che diciamo, che tra noi vive un uomo onesto, tòcco da gravissima apoplessia, il quale mentova nomi e si è affatto dimenticato de’ verbi, E pur i verbi, che sono generi di tutti gli altri — quali sono «sum» dell’essere, al quale si riducono tutte l’essenze, ch’è tanto dire tutte le cose metafisiche; «sto» della quiete, «eo» del moto, a’ quali si riducono tutte le cose fisiche; «do», «dico» e «facio», a’ quali si riducono tutte le cose agibili, sien o morali o famigliari o finalmente civili — dovetter incominciare dagl’imperativi; perchè nello stato delle famiglie, povero in sommo grado di lingua, i padri soli dovettero favellare e dar gli ordini a’ figliuoli ed a’ famoli, e questi, sotto i terribili imperi famigliari, quali poco

(a) da’, medesimi addottrinati, lo che si conferma con l’ellipsi, che per lo più supplisce i verbi, che dee essere il principio deD’ellipsi sanziana i. E pur, ecc.» Cfr. Sanchez, op. cit., lib. IV, ce. 1-7, dedicati tutti all’ellissi, e specialmente e. 2: Doctrinam supplendi esse valde neceuariam, e cap. 5: Pe verborum ellipsi.