Pagina:Vico - La scienza nuova, 1, 1911.djvu/97

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occasione di meditarsi quest’opera 3


Mi assicura il padre Lodoli (che col signor abate Conti riverisce V. S., e l’un e l’altro l’accertano della stima ben grande che fanno della di lei virtù) che ritroverà chi stampi la di lei ammirabile opera de’ Principii della Scienza nuova. Se V. S. volesse aggiungervi qualche cosa, è in pienissima libertà di farlo. Insomma, V. S. ha ora campo di poter dilatarsi in tal libro, in cui gli uomini scienziati affermano di capire da esso molto più di quello si vede espressato, e ’l considerano come capo d’opera. Io me ne congratulo con V. S., e l’assicuro che ne ho un piacer infinito, vedendo che, finalmente, produzioni del nerbo e del fondo di che sono le sue vengon a qualche ora conosciute, e che ad esse non manca fortuna, quando non mancano leggitori di discernimento e di merito.

A’ gentil inviti ed autorevoli conforti di tali e tanti uomini, noi ci credemmo obbligati di acconsentir a cotal ristampa e di scrivervi l’Annotazioni ed Aggiunte. E, dentro il tempo stesso che giugnessero in Venezia le nostre prime risposte (perchè, per la cagion sopra detta, avevano di troppo tardato), il signor abate Antonio Conti, per una particolar affezione inverso noi e le nostre cose, ci onorò di quest’altra lettera, in data de’ 10 marzo 1728.

Scrissi, due mesi fa, una lettera a V. S., che le sarà capitata unita con altra del reverendissimo padre Lodoli. Non avendo veduto alcuna risposta, ardisco d’incomodarla di nuovo, premendomi solamente che V. S. sappia quanto io l’ammiro e desidero profittare dei lumi ch’Ella abbondantemente sparge ne’ suoi Principii d’una Scienza

    Vita di V. S. Ill.ma, cioè della storia de’ suoi studi, di cui Ella ebbe la bontà di favorirmi. Io m’era intestato di voler vincere l’avarizia de’ stampatori e di volerli obbligare, con la mia ritrosia, a distinguere l’opere di merito; e mi è, finalmente, la cosa venuta fatta a seconda del mio giusto divisamento. M’assicura il p. Lodoli ... chi stamperà a proprie spese non solo l’accennate scritture, ma chi ristamperà la di lei ammirabile opera de’ Principii in miglior forma dell’edizione di Napoli. Se V. S. Ill.ma volesse aggiungere qualche cosa e all’opera de’ Principii e all’altra sua scrittura, è in pienissima libertà di farlo; e può inviarmi le giunte e le correzioni per mezzo di codesto signor residente veneto insieme con le sue lettere, su le quali avrà la bontà di far notare il ricapito in Venezia al p. Lodoli, a S. Francesco della Vigna, overo al sig. abate conte Antonio Conti. Insomma, V. S. lll.ma ha ora campo di poter dilatarsi, specialmente nell’opera de’ Principii, in cui gli uomini ... discernimento e di mente. S’Ella avesse altra cosa di suo da pubblicare, me la spedisca, la supplico, per gloria sua e per profitto dei letterati nostri. Mi comandi, intanto, senza riserbo alcuno, e creda che sono col maggiore rispetto— di V. S. Ill.ma— Porcia, 14 dicembre 1727— dev.mo obbl.mo servitore vero— Gio. Artico conte di Porcia».