Pagina:Vita dei campi.djvu/243

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il come, il quando ed il perchè. 239

— Dio salvi la regina! esclamò Polidori piegando un ginocchio.

— Ti rubo il tuo ballerino, sai, disse Maria tutta festante alla sua Erminia. Ho una voglia matta di fare un bel giro di valzer anche io.

Polidori era uno di quei ballerini che le signore si disputano coi sorrisi e a colpi di ventaglio sulle dita — quando il sorriso ha fatto troppo effetto. Possedeva la forza e la grazia, lo slancio e la mollezza; nessuno sapeva rapirvi come lui verso le sfere spumanti d’ebbrezza color di rosa con un colpo di garetto, adagiandovi sul braccio destro come su di un cuscino di velluto. Dicevano che egli solo possedesse quell’intelligenza squisita dello Strauss, che vi fa perdere il fiato e la testa, e sapeva mettere nel braccio, nei muscoli, in tutta la persona, la foga, l’abbandono, l’estasi. — Non voglio che balliate più! — Non voglio che balliate con altre — gli disse Maria fermandosi anelante, colle guance rosse, cogli occhi un po’ velati — e fu tutto per quella sera.