Pagina:Vita dei campi.djvu/251

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il come, il quando ed il perchè. 247

canta di notte per le strade onde farsi coraggio. — Sono stata disgraziata! sì, confesso che sono un cervellino strano! Ho delle pazze tendenze per quel mondo chè forse non è altro se non un sogno, un sogno di gente inferma, sia pure! alle volte mi pare di soffocare fra tanta ragione in cui viviamo; sento il bisogno d’aria, di andarla a respirare in alto, dove è più pura ed azzurra. Non è mia colpa se non mi persuado di esser matta, se non mi rassegno alla vita com’è, se non capisco gli interessi che preoccupano gli altri. No! non ci ho colpa. Ho fatto il possibile. Sono in ritardo di parecchi secoli. Avrei dovuto venire al mondo al tempo dei cavalieri erranti. — Il suo leggiadro sorriso aveva una melanconica dolcezza e s’abbandonava senz’accorgersene all’incanto che contribuiva a crearsi ella stessa. — Beato voi che potete vivere a modo vostro!

— Io vorrei vivere ai vostri piedi.

— Tutta la vita? domandò ella ridendo.

— Tutta la vita.