Pagina:Vita di Dante.djvu/240

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troppo più certe della varietà, della debolezza e degli errori d’ogni ingegno umano. Ma entrati per forza nel campo delle congetture, lasciamolo volentieri; e lasciamo le ultime ambascerie al Papa, di che vedremo con più certezza negli anni seguenti.
Intanto, è del dì 8 maggio 1299 una ambasceria, non compresa nelle quattordici del Filelfo, ma che consta da un documento superstite. Esercitòlla Dante appresso al Comune di San Geminiano in nome del Comune di Firenze, e per gli interessi di parte guelfa. Imperciocchè, come vedemmo farsi stato nello stato dai comuni nell’imperio, e dal popolo ne’ comuni, così pur facevasi da parte guelfa nel popolo fiorentino. Più si studiano questi tempi del medio evo italiano, più si vede che fu loro usanza, lor perdizione, lor peste, questo modo di fare così stato nello stato. Così in mezzo ed oltre al governo popolare de’ Priori dell’Arti, diventato governo del Comune di Firenze, eravi un governo frammisto, sovrapposto di parte guelfa co’suoi magistrati, e sue entrate, sue deliberazioni, sua potenza. I magistrati chiamavansi Capitani di parte guelfa, ed avevano un suggello,