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368 CAPO DECIMOTERZO

Nuovo augelletto due o tre aspetta;
Ma dinanzi dagli occhi de’ pennuti
Rete si spiega indarno, o si saetta.
Quale i fanciulli vergognando muti.
Con gii occhi a terra, stannosi ascoltando,
E sè riconoscendo e ripentuti1 .
Tal mi stav’io ec.

Purg. xxxi.


E lascio a stento, e termino chiedendo scusa meno ai leggitori della lunga citazione, che al divino Poeta delle sue membra così sovente per me divelto. Ma è di necessità per me, che ho impreso di far conoscere l’uomo: chi voglia conoscere il poeta, ricorra al Poema; e ’l legga tutto senza eccezione, e da sè senza disturbo.

Ed ora, cercati quanto seppimo i fatti di Dante in patria, seguiamolo con l’amara memoria di quei fatti, con l’ira bollentegliene in petto, con quell’amor rinnovatogli in cuore dalle sventure e dalla solitudine, con quegli errori, con quei combattimenti e col proposito di rinnovellar sua vita, di tornare allo studio ed al negletto voto del Poema, seguiamolo nell’interminato esilio.

  1. Vedi il germe di questa bella terzina nella Vita Nova.