Pagina:Vita di Dante.djvu/394

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Ma gli errori dei grandi sono quelli appunto che si vogliono segnalare, quando la turba dei piccoli prende a lodarneli per imitarveli. Non temiamo quindi di esercitar sopra lui, severo giudice di tanti quel severo ufficio della storia, che non incombe a nessuno, ma assunto porta obbligo di piena verità. Chè ad ogni modo, tolta questa utilità dell’esercitare il giudicio sulle azioni compiute a pro delle attuali o future, io non so veramente a chi si scriverebbero o leggerebbero storie. Nelle quali tutte, è questa parte penosa de’ biasimi; ed è gran ventura quando non supera la piacevole delle lodi. Delle vite poi in particolare, per iscriverne senza biasimi, ei si vorrebbe poter iscrivere quelle degli angeli; o almeno di lacuna di quelle creature che vissero quaggiù come angeli, pure, umili, in sè raccolte e per lo più ignote, e brevemente. Tal forse fu la vita di Beatrice; non fu nè poteva essere quella di Dante; e tanto meno dopo lei perduta.
Del resto, un’altra difficoltà incontreranno i leggitori in questa seconda parte, la incertezza de’ viaggi di Dante. Le antiche età non erano vaghe di particolari biografici, come è