Pagina:Vita di Dante.djvu/435

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or Bianchi or Neri: a ciò la stessa chiamata di Carlo di Valois, e poi le sue esortazioni agli ambasciatori fiorentini; fra cui Dante. Bonifazio aveva interesse a tutte queste paci, e fu senza dubbio sincero paciere; ma vi fu infelicissimo, perchè suol riuscir male il voler fare, anche con buone intenzioni, gli affari altrui a modo proprio. Rispetto a Dante, vedemmo notato dal Filelfo, che questi n’ottenne sempre quanto volle in tutte le sue ambascerie, tranne l’ultima; ed anche in quest’ultima, congetturammo che non fossero Dante e gli altri ambasciatori alieni dal seguire i cenni del Papa: se non che, prima che questi potessero essere seguiti in Firenze, vi si compiè da Carlo di Valois e Corso Donati la rivoluzione che rovinò ogni cosa. Anche allora Bonifazio volle moderare i vincitori colla seconda missione del cardinal d’Acquasparta. Ma non vi essendo riuscito nè il cardinale nè il Papa, e continuando per qualche tempo ad essere amico del Valois e di Filippo, perciò, più o meno giustamente, Dante attribuiva a lui il proprio esilio, ed accendevasi d’ira contro a lui.
Nella grand’opera di asserire la libertà della