Pagina:Vita di Dante.djvu/58

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agosto 1268, a Tagliacozzo. Dove, vincitore al principiar della giornata, fu vinto in ultimo dalla riserva francese, e preso. Tratto a Napoli l’infelice giovane, e tenutovi più mesi in carcere ed in angoscia, giudicato poi da’ satelliti del nemico e pur non condannato da tutti, fu decollato addì 29 d’ottobre, gettando prima dal palco il guanto suo, che fu recato a Costanza figlia di Manfredi, e sposa di Pietro re d’Aragona. Due reminiscenze di questi fatti succeduti nella puerizia di Dante, sono nell’Inferno e nel Purgatorio1.
Quindi furono confermate, come succede dopo una gran minaccia caduta in nulla, la potenza Guelfa, e la tracotanza Angioina in tutta Italia. E tanto più, che la vacanza d’Imperio continuò parecchi anni ancora, né cessò nel 1273 se non per elezione di Rodolfo d’Absburgo; uomo grande, ma principe piccolo, e che per ambedue forse queste ragioni tennesi in Germania, e mai non iscese in Italia, dove così mancava ogni consueto capo de’ Ghibellini. Così Carlo ebbe agio di estendere la sua signoria di città

  1. Inf. XXVIII, 17; Purg. XX, 63