Pagina:Vita di Dante.djvu/736

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354 capo decimoquarto


Come vedesi, ogni probabilità è che tal lettera del principio del 1317 fosse scritta dal soggiorno di Verona, che durò fino entro il 1318. Ma trovandosi poi tradizione antichissima di un soggiorno fatto da Dante nel 1318 nel monistero di Fonte Avellana presso a Gubbio, di cui era priore un fra’ Moricone, non è improbabile che questi fosse il buon monaco, il quale avea trasmesse a Dante le proposizioni da lui rigettate; e che ora, o per gratitudine, o dietro qualche speranza, a lui venisse Dante. Vediamo le plausibili congetture, e la bella descrizione d’un testimonio de’ luoghi: «S’innalza il monistero sui più difficili monti dell’Umbria. Gli è imminente il Catria, gigante degli Appennini; e sì l’ingombra, che non di rado gli vieta la luce in alcuni mesi dell’anno. Aspra e solinga via tra le foreste conduce all’ospizio antico di solitarii cortesi, che additano le stanze ove i loro predecessori albergarono l’Alighieri.1 Frequente sulle pareti si legge il

  1. Vedi pur Giuseppe Bencivenni Pelli, pp. 134 e 135, che cita un libretto intitolato: Cronistoria dell’antica, nobile ed osservante Abbadia di s. Croce della Fonte Avellana nell’Umbria dell’Ordine Camaldolese. Siena 1723 — 4º.