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manoscritti liii


‛Io che trassi’. Della stessa 2a mano sono alcuni altri sonetti aggiunti nella c. 50a e nella c. 50b (nel cui mezzo era già stato scritto dalla 1a mano: Cose di miser Cino da Pistoia, le quali cominciano a c. 51a), o sono:

(c. 50a) Del medesimo Manoel giudeo. Amor non lesse mai l’aue Maria.

(c. 50b) Risposta del medesimo M. Bosone al sonetto di m. Cino. M. Rosoti Essendo morto Dante et Manoel giudeo. Manoel che mettete in quello avello.

Di Zampa Ricciardi sopra la morte di m. Cino. Morto e colui ch’era arca della legge.

Di m. Mula de Muli a m. Cino. Homo saccente a da maestro saggio. (Finito il sonetto, è indicata la risposta così: Al quale m. Cino risponde | Ser Mula tu ti credi senno hauere).

Di M. Ceccho d’Ascoli risposta al sonetto di m. Cino: Cecco io ti. Di ciascheduna mi mostra la guida.

Dopo queste aggiunte, a c. 51 ricompare la prima mano, e regolarmente continua, pel testo, sino alla fine del codice:

(c. 51a) Canzoni di m. Cino da pistoia: sono le stesse che nella sezione originale di Trivulziano 1050 e corrispondono ai nn. 1-12 del codice Braidense, salvo che anche qui, come nel Trivulziano 1050, è omessa la 2a ‘La bella stella’.... In fine (c. 59b): Finiscono le canzoni di m. Cino.

(c. 59b) Sonetti del medesimo che in tutto sono XX: sono i primi venti del Trivulziano 1050, e corrispondono ai nn. 13-31 o 33 del Ms. Braidense, salvo che ‘Amor è uno spirito che ancide’ è anche qui posposto, o mosso tra il n° 16 o il 17. In fine (c. 64b): Finiscono e sonetti di m. Cino da Pistoia.

(c. 64b) Del medesimo. Madonna la pietate. (Corrisponde al n. 32 del Ms. Braidense. Questa ballata venne ad esser posta in fine delle rime di Cino, perchè il copista volle tener distinte le canzoni dai sonetti, e questi dallo ballate. Essa pare anzi scritta posteriormente alle altre, e forse soltanto quando rivide la sua copia coll’originale si rammentò l’amanuense d’aver lasciato fuori della serie dei sonetti questa ballata, e l’aggiunse in fine della c. 64b).

Alle rime di Cino seguono quelle del Cavalcanti, che corrispondono interamente a quelle del codice Braidense, salvo che anche (qui sono distinte con apposite rubriche le canzoni dai sonetti, rimanendo però immutato l’ordine delle poesie: (c. 65a) Canzoni di Guido di m. Caualcante; (c. 70b) Finischono le canzoni di m. guido di m. Caualchanti. Cominciano e sonetti del medesimo; (72a) Finiscono e sonetti di Guido di m. Caualcanti). Il codice si chiude con le due Canzon di Guido Guinicelli Bolognese (cc. 72b-73b) e con le due Canzoni di Guiton da Rezzo (cc. 74a-77a) cho abbiam pur trovate nel codice Braidense.

Qua e là nella Vita Nuova e nelle rime si notano postille e supplementi, dovuti a varie mani: a quella del copista anzitutto, che a lavoro finito, dovè collazionare la sua trascrizione coll’originale; poi a una mano diversa, ma di poco posteriore, che aggiunse alla canzone di Cino La dolce vista (c. 51a) due stanze che vi mancavano,