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Cesare Cantù dà invece queste notizie sul rito patriarchino: «Sotto il vescovato di Filippo Archinto, nobile milanese, fu nel comasco abolito il breviario patriarchino brutto di strane leggende e di apocrife tradizioni e vi si surrogò il rito romano. Quel rito si conservò solo a Varenna ove fu portato dagli Isolani. Abbiamo dagli atti della visita di San Carlo il molto che egli fece per ridurre quei di Varenna al rito ambrosiano,. ma essi si opposero e parve prudente lasciarli all’antica»1.

L’arcivescovo di Milano per ridurre quelli di Varenna all’obbedienza, era persino corso al ripiego di far togliere dalla Chiesa parrocchiale i libri sacri, il che aveva posto in grande subbuglio il paese. I maggiorenti rivolsero subito reclami a Milano, di dove era venuta questa risposta scritta dall’arciprete di Milano a Giorgio Serponti di Varenna.

Mag.co Sig. come fratello. Mi è dispiaciuto grandemente il caso occorso costì dell’interdetto posto per occasione dei libri della Chiesa, però con questa mando alligata la facoltà al vicario foraneo di levarlo e V. S. si contenterà far consegnare i sudetti libri della Chiesa al detto Vicario Foraneo et supra, il sospetto c’hanno che cotesta terra si ponga sotto la prevostura di Perledo, s’assicurino che per la particolare affetione che io le porto le procurerò piutosto ocasione di crescere in dignità et di fare il loco più degno oltre che veramente M.o Ill.o non ha pensato a caso simile, me si è mosso per vigore del breve che ha da N. S. di far officiare per tutta la Diocesi secondo il rito ambrosiano. Con qual fine prego Nostra Santità che difende V. S. et l’honorata sua terra2.

Di Milano li XVIII di maggio 1577.

Fratello. L’arciprete di Milano.


Il rito patriarchino si perse a Varenna poco alla volta. Sulla porta principale della chiesa di S. Giorgio esternamente si legge ancora oggi il superbo motto dello scisma patriarchino:

Ecclesia quae est nullius plebis
Si Deus vobiscum qui contra nos.

Però rinunciando a malincuore al loro antico rito, i Varennesi hanno potuto ottenere di officiare col rito romano, pure facendo parte della diocesi ambrosiana.

Di questo rito patriarchino ricordiamo come curiosità la seguente cerimonia: nelle messe solenni all’offertorio il Diacono e il Suddiacono scendevano in mezzo al popolo a portare la pace, una specie di medaglione che davano a baciare dicendo pax vobis e il popolo rispondeva deo gratia. Questa cerimonia ebbe vita, sino si può dire, ai nostri tempi,

  1. Cesare Cantù, Storia della diocesi di Como.
  2. Archivio della Curia Arcivescovile. Pievi lacuali.