Pagina:Vittorio Adami, Varenna e Monte di Varenna (1927).djvu/231

Da Wikisource.

secolo xvii 223

Giorgio di Varenna avanti all’altare di San Rocco, sepolcro fatto erigere sul 1533 da Giovanni Antonio Tenca, abavo del giureconsulto Giovanni Battista che lo ristaurò nel 1712.

Nel 1748 Antonio Tenca figlio primogenito del primo erede di Galeazzo Tenca ottenne la dispensa al predetto fidecommesso, ed alienò alcuni beni dell’eredità per costituire la dote a cinque sue figlie delle quali quattro presero il velo e la quinta contrasse matrimonio col giureconsulto Carlo Paravicini. Ma avendo impiegato quasi tutto il ricavato della vendita per le spese delle monacazioni, non rimasero che 2117 lire che furono date in acconto per la costituzione delle dote della figlia maritata. In seguito poi, e precisamente in data 3 luglio 1767, Giovanni Battista Tenca unico figlio maschio lasciato dall’Antonio, dimostra in una sua supplica al senato, l’apportunitàFonte/commento: 526 di alienare la casa signorile di Varenna, nonostante l’espresso divieto del fidecommitente, per poter effettuare il pagamento delle restanti lire 5882 pel complemento della dote della sorella, e ne ottenne l’autorizzazione.

E così finiva il soggiorno della famiglia Tenca in Varenna1.

Citiamo della famiglia Bergami, il medico Cesare Bergami, di Regoledo, che fra i medici di Milano, fu assai accreditato e stimato. Compose varie opere. Di lui parla l’Argelati e Pietro Giussano nella vita di S. Carlo2.

Sulla pala di altare di San Lorenzo in Regoledo, venne dipinto il suo ritratto con le parole Cesar Bergaminos Phis.

Con suo testamento 7 novembre 1660, Gaspare Cella di Varenna morto poi in Firenze, istituì suoi eredi universali i suoi figli Giovanni Maria, Giov. Battista, Santo e Giovanni Pietro, e stabilì che i suoi beni dovessero sempre rimanere nella famiglia Cella, e soltanto nel caso che fossero estinti tutti i suoi legittimi discendenti maschi, ammise la successione delle femmine, alle quali impose l’obbligo di assumere il cognome Cella.

I quattro figli maschi eredi istituiti dal testatore, Giov. Battista e Giov. Pietro morirono senza figli, Giovanni Maria lasciò tre figli maschi cioè Carlo Francesco, Giuseppe e Gaspare ed una femmina di nome Anna, maritata con Federico Canobio.

Carlo Francesco, e Giuseppe morirono senza figli, e così Gaspare morto nel 1748 il quale con suo testamento 18 maggio 1748 pel notaio Giorgio Sacco di Milano lasciò tutti i suoi beni a Giovanni Battista Duca di Frisia, e a Nicola fratelli del Cella cugini del testatore.

  1. A. S. M. Tribunali regi. Parte antica. Cancelleria segreta. Cart. n. 82. Gli eredi della famiglia Tenca quasi subito dopo la morte del testatore e precisamente in data 12 aprile 1668 fecero una supplica al senato per poter vendere alcuni fondi. A. S. M. Fidecommessi. Famiglie. B. 633 filza Tenca.
  2. Vedi Pietro Giussani, Vita di S. Carlo (lib. 9, pag. 5).