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secolo xv 67


I castelli ossia le rocche di Varenna dovevano esser lasciate alla custodia e potestà del comune e dei suoi uomini; al comune ed agli abitanti doveva darsi pieno e generale perdono di ogni offesa, ingiuria, omicidio, porto d’armi, ferite, percosse perpetrati in qualunque modo tanto contro gli uomini della terra di Varenna, che contro qualsiasi altra persona1.

Non si conosce se questi capitoli siano stati alla fine accettati dal feudatario, ma è molto probabile di no.

Nei 1480 il feudo di Varenna passò a Pietro Dal Verme, condottiero ducale. Questi, con scrittura 10 aprile 1480, aveva stipulato contratto di nozze con Chiara Sforza, figlia naturale del defunto Gian Galeazzo Maria.

In base a questo contratto la duchessa Bona, nella sua qualità di madre e tutrice del minorenne suo figlio Giovanni Galeazzo Maria, e reggente dello stato, pagava al Dal Verme nel successivo giorno 28 a titolo di dote la somma di ducatoni d’oro 14000 per l’assicurazione della quale lo sposo dovette assegnare a titolo di restituzione dotale tutta la Valsassina, la Pieve d’Incino, Mandello, Varenna e Bellano, con le rispettive terre e giurisdizioni. A tali concessioni aggiungevasi, nel gennaio dell’anno successivo, l’altra dei feudi di Dervio, Corenno e Monteintrozzo, onde la riviera orientale del Lario veniva a trovarsi tutta alla dipendenza degli sposi.

Gli uomini di Varenna giurarono fedeltà a Pietro dal Verme, e l’atto venne redatto dal notaio di Milano Pomponio Vignarca (8 sett. 1480).

Ma il conte Dal Verme ebbe corta vita e morì nel 1486 senza lasciare prole, onde i suoi beni furono devoluti alla Camera. Il Duca assegnò allora alla vedova l’annua rendita di lire novemila, da ricavarsi dal luoghi che le erano stati già costituiti in dote, ed altri proventi.

Passata Chiara a seconde nozze col conte Fregosino di Campo Fulgoso, tutte le suaccennate terre furono confermate a Chiara Sforza ed al suo nuovo coniuge, con diploma 11 marzo 1494, dato a Sprea, da Massimiliano I, re dei Romani.

Ma questo feudo doveva con molta frequenza cambiar possessore.

Il 12 giugno 1495 Ludovico Maria Sforza, concedeva a Gaspare Sanseverino, detto il Fracasso, uno dei suoi favoriti condottieri, figlio del famoso Roberto, altro condottiero, la Pieve d’Incino, la Vallassina, Mandello, Bellano, Varenna, Dervio, Corenno e Monte Introzzo.

Vennero subito le predette terre invitate a prestare il giuramento consueto di fedeltà al nuovo feudatario, ma nessuna di esse obbedì, perchè la detta nomina del Sanseverino non tornò gradita.

«Per altre nostre ve habiamo un’altra volta scripto» così il segretario del Duca il 27 ottobre 1495 a Varenna, Bellano ecc. «doveste jurare fidelità in mano de messer Gaspare de Sanseverino per quelli

  1. A. S. M., Feudi camerali (Varenna).