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32 | Naja Tripudians |
— Vieni qui, — diss’egli tendendo un braccio verso di lei. — Vieni qui. Voglio parlarti.
Ella non mosse d’un passo, ma deliberatamente, con gesto lento, solenne, quasi ieratico allargò le braccia che stringevano intorno alla persona e al capo il manto azzurro — e levò la faccia verso il cielo.
Orrore!...quel viso era maculato di larghe chiazze bianche....pareva che sulle guancie, sul naso, sulla fronte avesse nevicato....
Un grido di orrore e di pietà sfuggì alla gola dell’uomo. La donna, a capo chino, si allontanò rapida e sparì.
Di quell’incidente rimase per sempre a Francis Harding un brivido di terrore nelle carni. Ma un altro e più terribile ricordo egli doveva portar via dal suo soggiorno in quei tragici luoghi.
In quelle solitudini, lontano dalla civiltà e da ogni relazione sociale, egli aveva fatto la conoscenza d’un ingegnere francese arrivato laggiù per la costruzione d’una ferrovia. Non era certo una persona oltremodo simpatica, e in altre condizioni ed altri luoghi il timido e riservato Harding non avrebbe mai stretto amicizia