Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/303

Da Wikisource.

vae victis! 291

viso senso di rimpianto, di struggimento quasi nostalgico le morse il cuore. Ah, invero gli inglesi — che brava gente! L’Inghilterra! che porto sicuro, che rifugio di salvezza! Come placida e calma e forte nella sua cerchia di acque grige!...

«Forse,» pensò Luisa ritornandosene sola traverso il villaggio e cercando di schivare lo sguardo di gente estranea e dei soldati tedeschi che camminavano da padroni in mezzo alla via, «forse era meglio rimanere in quel nostro lontano esilio, e non tornar qui per essere alla mercè delle belve che ci hanno conquistate...»

E ripensando a Jeannette, Luisa impallidì.


Frattanto in casa del dottor Brandès l’energica e attiva Miss Elliot non aveva perduto tempo. Data una rapida rivista alla dimora saccheggiata aveva constatato che, sebbene gli invasori avessero portato via argenteria, quadri e ogni altra cosa di valore, restava tuttavia intatta la biancheria di casa, nè mancavano gli utensili domestici più necessari.

Energica e gaia ella accomodò Chérie in un letto candido, le spazzolò i bei capelli e glieli raccolse in due lunghe treccie lucenti; le diede da mangiare del pane e del latte; poi, chiuse le imposte, con un bacio sulla fronte la lasciò.