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18 Proverbi sul cavallo.

verno da me. I censori per punizione gli tolsero il cavallo.

Senofonte, che per primo scrisse un trattato di equitazione, dice che il cavallo deve essere ricoverato in luogo tale che spesso il padrone lo possa vedere, ed aggiunge che la stalla deve esser tenuta come è la dispensa del padrone, acciò non sia privato dell’ordinario suo cibo, con danno di chi lo cavalca. Vegliare alla regolare consumazione degli alimenti, rilevar subito con la massima diligenza tutto quello che può esservi di anormale nell’aspetto e nelle abitudini del cavallo, sorvegliare gli uomini che ne devono aver cura, pretendere di essere subito informati delle irregolarità delle funzioni digestive, dei guasti alla ferratura, alla bardatura, ecc., ecc., per provvedere prontamente a seconda dei casi, è dovere di un oculato padrone.

43. Magrezza non è vergogna.

Come: grasso non è condizione, così: magrezza non è vergogna. A meno che si tratti di cavalli da tiro pesanti, nel qual caso occorre anche la massa per vincere la resistenza dei pesi da trainare, del resto i cavalli da sella è meglio sieno magri che grassi. I muscoli addominali ed intercostali, che hanno tanta parte nell’elevare, deprimere e fissare le pareti toraciche, si trovano assai più liberi nelle loro funzioni quando non sono inceppati da soverchia pinguedine. Magrezza quindi non è vergogna, a meno che essa sia effetto di alimentazione scarsa e non in rapporto col lavoro cui il cavallo è sottoposto, nel qual caso la vergogna è a carico del proprietario.

44. Mangione fa cavallone.

Il puledro di buona bocca promette di divenire un buon cavallo.