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Pagina:Wallace - Ben Hur, 1900.djvu/471

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più pazzi proponimenti si svolgevano in lui, come per esempio quello di far insorgere la Galilea, e già la contemplazione d’un eccidio generale degli aborriti oppressori lo riempiva di gioia selvaggia; buon per lui che la ragione, frenando quegli impeti passionali, non tardò a riprendere il sopravvento ed a fargli presente l’inanità d’ogni tentativo che non fosse il risultato d’un’azione concorde di tutto Israele; dopo di che i suoi pensieri e le sue speranze fecero ritorno al punto di partenza cioè al Nazareno ed ai suoi propositi. — Vi fu un momento in cui la sua riscaldata fantasia lo spinse ad improvvisare la seguente invocazione in bocca dell’uomo misterioso: — «Ascoltami o Israele! io son colui, promesso dal Signore, nato Re dei Giudei, che viene a iniziare l’impero di cui parlavano i profeti. Sorgi ora, e conquista il mondo!» —

Ah, se il Nazareno pronunciasse quelle parole, che tumulto scoppierebbe! quante bocche le ripeterebbero esultando in ogni paese, facendo sorgere sterminati eserciti! Ma le avrebbe egli pronunciate?

Nelle sua impazienza d’incominciar l’opera. Ben Hur attinse la risposta a moventi mondani, perdendo di vista la duplice natura dell’uomo, e pertanto anche l’ipotesi che il divino in lui superasse l’umano. Nel miracolo di cui Tirzah e sua madre erano stato gli oggetti, egli scorgeva solo una facoltà ampiamente sufficiente a piantare la corona Ebraica sulle rovine d’Italia; più che sufficiente a ricostituire la società ed a riunire l’umanità in una grande famiglia purificata e felice: e quando quell’opera fosse compiuta, chi potrebbe asserire che la pace, solo allora possibile, non fosse degna missione d’un figliuolo di Dio? Chi potrebbe allora negare la redenzione dovuta a Cristo? E facendo pure astrazione d’ogni considerazione d’ordine politico, qual messe di gloria non raccoglierebbe egli come uomo? No, nessun mortale avrebbe la forza di rinunciare ad un simile avvenire.

Intanto giù nella valle di Cedron e verso Bezetha, particolarmente lungo la strada che conduceva alla Porta di Damasco, andavano sorgendo tende, capanne e baracche d’ogni genere per uso dei pellegrini accorsi a celebrare la Pasqua. Ben Hur s’intrattenne con molti di quegli stranieri, ed ogni qualvolta ritornava alle loro tende si meravigliava del loro numero straordinario, sempre crescente. Quando poi scoperse che ogni parte del mondo, dall’India al settentrione dell’Europa, era fra loro rappresentata, e


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