Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/175

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che nella sera del giorno terzo capitammo ad una celletta in cui stava un venerabile eremita quasi agonizzante il quale fu da noi, col mezzo di opportune bevande ristorative, messo in istato d’articolare qualche parola. “Figliuoli miei,” ci disse il sant’uomo, “Dio vi rimeriti della vostra carità... ma ogni rimedio è inefficace per me... passerò tra momenti agli eterni riposi... contuttociò muoio contento, poichè mi è ora permesso di compiere la volontà del cielo. Quando mi ritirai in questo deserto, dopo essere il mio paese divenuto preda de’ miscredenti... oimè! sono ben cinquant’anni passati ch’io fui testimone di questa lagrimevole scena!... S. Niccola mi apparve in sogno, rivelandomi un segreto, con ordine di non palesarlo giammai ad alcuno, se non al punto della mia morte. Ecco precisamente l’ora tremenda, e voi, senza dubbio, siete i guerrieri eletti dal cielo, a’ quali soltanto fummi ordinato doverne dar contezza. Dopo adunque di aver resi gli estremi ufficj a que-