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L’eco del tumulto 31


Gli parve che gli venisse chiesto di ripeter la sua domanda, ma la frase non fu finita. L’uomo vestito di violetto, parlò con voce dolce, esprimendosi con un lieve accento straniero, almeno così parve al Dormente.

— Siete sano e salvo. Vi hanno trasportato qui, dal luogo in cui siete caduto, dormendo. Non abbiate nessun timore: da qualche tempo siete caduto in un profondo letargo.

Disse ancora qualche altra parola che Graham non potè udire: quindi sturò una piccola fiala che gli venne pòrta: Graham sentì che gli aspergevano la fronte e per un minuto egli provò la sensazione di essere avvolto in una nebbia profumata. Quindi chiuse gli occhi dal piacere, rianimato da una deliziosa freschezza.

— Vi sentite meglio? — domandò il personaggio vestito di violetto, a Graham che riapriva gli occhi.

Era un uomo simpatico, di una trentina d’anni, dalla bionda barba a punta. Un ricco fermaglio d’oro chiudeva la sua veste.

— Sì, — fece Graham.

— Avete dormito un po’ di tempo.... un sonno catalettico.... Avete capito? Catalettico! Ciò vi sorprenderà forse.... ma io posso assicurarvi che tutto va bene.

Graham non rispose, ma parve rassicurato da tali parole: i suoi sguardi si posavano or sull’uno, or sull’altro dei volti che lo circondavano e che l’osservavano in un modo strano.

Sapeva però di dover essere in qualche luogo, in Cornovaglia, ma egli non poteva accordare con quest’idea l’ambiente attuale.