Pagina:Zamboni - Pandemonio - Il bacio nella luna, Firenze, Landi, 1911.pdf/29

Da Wikisource.


Il più perfetto riguardo, ripeto, è soltanto nel punto del plenilunio, in cui dessa è tutta compita. Però le due sembianze — meno finite o scemate — si ponno conoscere anche tre dì prima del colmo, e tre dì dopo; cioè nel quarto crescente e nel primo decrescente.

In altri termini: le due teste si possono scorgere — imperfette sì — tre giorni innanzi e tre appresso il plenilunio. Ed il mirabile di questo quadro è che la luna, per lo suo cammino ellittico ond’è perigea ed apogea, in tanti cambiamenti e spostamenti, trovandosi avere diversamente i raggi del sole che in ore si varie la guarda nelle sue valli e montagne, e cavità, e seni, — tutte formazioni di molteplice struttura, perciò riflettenti in modo diseguale luce ed ombra — ed anche osservata da punti della terra tra loro lontani, donde gli osservatori devono vedere altrimenti le mutabili apparenze del disco; nonostante quelle perturbazioni e librazioni sue, ottiche e reali, non ostante il movimento di rotazione, sebbene lento, della luna che anzi pare fatto apposta acciò il pianeta ci presenti sempre la medesima faccia, non ostante, dico, tutti questi rivolgimenti, pure non manca mai di estrema evidenza l’impronta delle due teste indelebilmente connaturate.

Nel progredire della vita del satellite v’hanno sempre novità negli accessorj suoi chiari o meno chiari, cioè nelle macchie, le quali si rivelano diversamente da notte a notte, ovvero scompajono. Così nell’ultima sua età ha un filo di luce attorno il disco, massime alla parte sinistra; in altra fase no. Talora v’è una macchia ovata là sopra, a diritta dentro