Pagina:Zamboni - Pandemonio - Il bacio nella luna, Firenze, Landi, 1911.pdf/387

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nebre nénia in diverse varianti, di cui ricordo due sole: Garibaldi fu ferito | Fu ferito in Aspromonte | E il soldato del Piemonte | Lo voleva assassinar. — Garibaldi fu ferito | Fu ferito in Aspromonte | E Vittorio gli domanda | Chi fu mai quel traditor? Ai piedi di quelle aspre rocce, in parte selvaggiamente boscose, è tutto fiorito, è tutto come involto in una pallida nube di pensanti olivi e di sfumanti tamerici. Giardino intorno a quel monumento, anzi come l’aureola della sua gloria. Aspromonte e Mentana, due colonne miliari sul cammino alla emancipazione della mente umana.

Proseguendo sopra il naviglio, ti si dipingono boschi, boschetti con erbe e piante aromatiche che a te mandano profumi. Vedi quell’albero, si bello alla vista e all’odorato, l’arancio, dalle foglie lucide e olenti, col suo frutto d’oro e col fiore che fa beate tante spose quel dì che se ne inghirlandano. Ben giova sperare che molte e molte siano beate per tutta la vita dell’affetto dell’amato e dei figli. Vedi là palme, mirti; l’aloè che lancia in alto, solingo, il suo fiore misterioso; il mandorlo, vessillo e antesignano della primavera; poi l’esuberanza vitale del cacto, crudele della sua potenza, per le foglie armate di spine, ma nutrimento e rifocillazione gratuita ai poveri, e il quale volontario si porge anche agli animali affamati, anzi pare li inviti a cibarsene. Pure l’uomo buono talvolta ha fiera apparenza.

E in mezzo a tutta questa vegetazione festante, come i frutti fra le foglie e la visione di una metropoli ideale che si prolunga a miralonde per tutta la costa. Città fantastica dell’avvenire; quando l’uomo