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5Oh come il Tebro io veggio le spumose
Linfe, e con seco mille algosi Numi
Spinger per valli, e monti, e sassi, e dumi
Del Pò a cercar le altere onde orgogliose!
E giunto ove ’l gran Re superbo siede
10Presso sue torri, e presso i lidi suoi
Apre alla bella copia albergo, e sede;
Rendi, gridar, rendi gl’illustri Eroi:
Questi d’Amor bei modi, e questa fede
Son trionfi di Roma, e non son tuoi.
III1
Isola bella, del valor più vero
Sede e fonte d’invitti illustri Eroi,
Dove Europa ripone i figli suoi,
E lor v’apre d’onor nobil sentiero.
5Ecco, ecco sorge un fiero turbin nero
Contra di te dagli empi lidi Eoi:
Ecco s’accosta, e già minaccia i tuoi
Mari e già turba il tuo felice impero.
E tu pur t’assicuri, e le sì forti
10Braccia, ch’hai fuora, a te ritiri e stai
Meditando ruine e stragi e morti?
Deh, se vuoi vinto il fiero nembo, omai
Alza sol sulle mura, alza su i porti
La tua candida Croce; e vinto avrai.
IV
Io ben l’udìa, ma non credea poi tanto
Del bel garzon, della gentil donzella;
Ch’ei così vago, ed ella così bella
Fosser, come correa d’intorno il vanto.
5Or ch’io li veggio colle Grazie accanto,
E con gli Amori, e sento la favella,
Benedico quel dì, che quello, e quella
Strinsero il nodo prezioso, e santo.
- ↑ L’isola di Malta.