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Bever l’onda del Pò Gallici armenti;
Nè te vedrei, del non tuo ferro cinta,
Pugnar col braccio di straniere genti,
Per servir sempre o vincitrice, o vinta.
IV1
Dal cuore agli occhi, e poi dagli occhi al cuore,
Se in reciprochi sguardi è ver che passi
Di sangue un tenue spirto, e in petto lassi
Tempre uniformi e somiglianza e amore:
5Ben fia, Signor, che de’ vostr’occhi fuore
Virtù del sangue vostro in me trapassi,
E ’l senso affreni e l’alterezza abbassi,
E purghi, e sgombri ogni mio antico errore:
E in Voi pur fia, che dai miei sguardi esali
10Il mio spirto, e pietà stringa dappoi
Me de’ vostri dolor, Voi de’ miei mali.
Onde amanti ed amati ambo da noi
Restiam poi sempre inegualmente eguali,
Voi in me trasfuso, io crocifisso in Voi.
V2
Qual madre i figli con pietoso affetto
Mira, e d’amor si strugge lor davante,
E un bacia in fronte, ed un si stringe al petto,
Uno tien su i ginocchi, un sulle piante;
5E mentre agli atti ai gemiti all’aspetto
Lor voglie intende sì diverse e tante,
A questi un guardo, a quei dispensa un detto,
E se ride, o s’adira, è sempre amante:
Tal per noi Provvidenza alta infinita
10Veglia, e questi conforta, e quei provvede,
E tutti ascolta, e porge a tutti aita;
E se niega talor grazia o mercede,
O niega sol perchè a pregar ne invita,
O negar finge, e nel negar concede.