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IX1
Or di sdegno m’accendo, ed or m’imbianca
Timor la guancia, e ’l sangue al cuor si stagna;
Ora ringrazia Amore, ed or si lagna
Della sua crudeltà la lingua stanca.
5Or grido, che la vita ognor mi manca
Per quest’aspra d’Amor dubbia Campagna;
Or se gli sproni nel mio fianco bagna,
Il mio corso s’avviva, e si rinfranca.
Ed il seguir quest’amorosa traccia
10Talor parmi virtù, talvolta errore,
Che gloria, e biasmo or toglie, ed or procaccia.
Or ride, or piange; or torna in vita, or muore;
Or pace, or nimistà par che gli piaccia.
Chi vuol Proteo più ver miri ’l mio cuore.
X2
Al ladro, al ladro. Palemone, Oronte,
Olà gridate al ladro: in quella fratta
Ve’ come si rannicchia, e giù s’appiatta;
Oh oh, già sbuca, e sì rifugge al monte
5Cromi, veloce il piè volgi da fronte;
Arriva, arriva. Oh quanta strada ha fatta!
Oh Cieli, oh Dei! Per così lunga tratta
Chi fia, che più ’l raggiunga, e che ’l raffronte?
Così diceva Ergasto; e Cacco intanto
10Si rise del Pastor, ch’era già fioco
Per quell’inutil suo gridar cotanto.
Anzi giurò che a quel medesimo loco
Più volte tornerebbe; e si diè vanto,
D’aver la frode, ed il rubar per giuoco.
XI3
A quel Toro colà sparso, e distinto
Di negre, e rosse macchie i fianchi, e ’l petto,