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Ch’il mio fermo desir ciò non arresta.
Io son di vera fede immobil scoglio,
Cui di continuo il vento e ’l mar tempesta;
Ma non si frange al lor feroce orgoglio.
IACOPO SARDINI.
I
Di bosco in bosco io vò sovente errando
Solo, se non ch’Amor sempre vien meco;
Nè solitario v’è luogo, nè speco,
Ov’ei non giunga, intorno a me volando.
5Dico talor: Fanciullo ardito, e quando
Sì lungi andrò, che più non deggia teco
Trovarmi, o nel dì chiaro, o all’aer cieco,
Stanco della mia pena, e sospirando?
Egli è pur ver, che le Giovenche, e i Tori,
10E l’Agnelle, e i Montoni cangian desìo;
Nè del tuo fuoco ogn’or senton gli ardori.
Dunque da te tanto non posso anch’io
Scostarmi, ch’abbian tregua i niei dolori,
Se pace aver non può l’affanno mio?
II
Donando al pensier mio come s’intenda
L’essere e Figlia, e Genitrice al Padre;
L’esser Vergine intatta, e l’esser Madre.
Ch’un Figlio, e Sposo, in sè chiude e comprenda?
5Donna tra noi, com’esser può, che scenda
Pura così, che le celesti squadre
Agguagli, e vinca e le comuni ed adre
Colpe neppur nel primo istante apprenda?
Ma veggio ben, poichè a tai cose, e tante
10Ergo il pensier, ch’un troppo ardir mi guida
Ove a poggiar non ho lena bastante.
Quindi voce improvvisa alto mi sgrida,
E dice: Credi e quì t’arresta; avante
Andrai sol quanto il creder tuo t’affida.