Pagina:Zeno, Apostolo – Drammi scelti, 1929 – BEIC 1970951.djvu/233

Da Wikisource.
ATTO QUARTO

Piazza di Troia incendiata con fabbriche diroccate all’intorno. Torre
eminente all’uno de’ lati, alla quale per via delle suddette ruine si ascende.

SCENA I

Ulisse, Eumeo.

Astianatte e Telemaco che stan ragionando in disparte.

Ulisse. A te l’infanzia confidai del figlio.
Tu gli fosti altro padre. Eumeo, mel rendi.
Eumeo. Che non fanno i lunghi anni?
Guardo l’un, guardo l’altro,
e in nessun riconosco
della crescente etá le prime tracce.
Il tempo le ha confuse,
la memoria smarrite.
Ulisse. Chi sa? Natura ha le sue voci. Udiamli!
Astianatte. Che udir pensi da noi ?
Qual sia il tuo figlio? Andromaca giá il disse.
Telemaco. Indovina, se il puoi; scegli, se l’osi.
Ulisse. L’un di voi morirá. Decida il caso.
Astianatte. Il caso potria farti un parricida.
Me scelga il tuo furor; sono Astianatte.
Telemaco. Lasciami il nome mio, picciolo dono,
e sol per aver morte io tei dimando.
Astianatte. Non proseguir; piú tosto
siamo entrambi Astianatte e odiamo Ulisse!
Ulisse. Oh Dèi ! saper non posso
qual de’ due mi sia prole, e so ch’entrambi
mi son nimici.