Pagina:Zeno, Apostolo – Drammi scelti, 1929 – BEIC 1970951.djvu/60

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SCENA II

Aniceto, Vologeso, l’uno e l’altro con séguito di ministri,

e i suddetti, assisi a mensa.

Aniceto. Geni augusti, eccelsi eroi,
qui gareggia ogni elemento
piú superbo e piú contento
nell’offrirvi i doni suoi.
Vologeso. Io di piacer ministro
in questi di Lieo colmi cristalli
dolce ardor, dolce foco a voi presento.
Berenice. (Che mirate, occhi miei!)
Lucio Vero. Tu, dal cui labbro
si dolci escon gli accenti,
ora in musiche note
canta l’altrui beltá, canta il mio ardore.
Berenice. (Sa ch’è un inganno, e pur ne gode il core )
Vologeso. Amare una beltá
che mostri crudeltá
è quel soave amor
che piú goder ci fa.
Non ha piacer che alletti
beltá senza rigor;
e fa languir gli affetti
la facile pietá.
Lucio Vero. Regina, a ber t’invito, e tu mi porgi
pien di greca vendemmia il nappo aurato.
Aniceto. Pronto ubbidisco.
Vologeso. (Amor m’assista e il fato.)
(Aniceto prende il bicchiere da Vologeso e lo presenta a Lu-
cio Vero)
Lucio Vero. Sia del primo bicchiere