Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/206

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(800-801-802) pensieri 193

sappia fare e non si trascuri, anzi si coltivi profondamente, e sempre piú il proprio terreno (16 marzo 1820).


*    Alla p. 785. Oltre di queste due sorte di novità ce ne sono altre simili, delle quali intendo pur di parlare. Cioè una voce italianissima e di buona lega può esser nuova per questo  (801) solo, che non si trova nel vocabolario trovandosi ne’ testi; o non trovarsi né in questi né in quello, ma bensí ne’ buoni libri di lingua non citati (che sono infiniti, massime de’ buoni tempi, ed hanno in diritto la stessissima autorità che i citati); o finalmente trovarsi solo nelle scritture mediocri o pessime in lingua, ma pure aver tutte le condizioni richieste per esser legittima. E di queste parole o frasi ce ne ha moltissime. Massimamente poi se si trovino nelle scritture non buone de’ buoni tempi, dove a ogni modo la natura e l’indole vera e prima della lingua italiana la conosceva e la sentiva ciascun italiano molto meglio che oggidí, e l’Italia aveva la mente e le orecchie molto meno inclinate e meno avvezze alle parole ai modi al genio straniero delle lingue (16 marzo 1821).


*    Alla p. 745. Difficilmente si vedrà che una qualunque nazione, una qualunque letteratura abbia avuto in due diversi tempi (eccetto se il tempo e la nazione è del tutto rinnuovata, come l’italiana rispetto alla latina) due scrittori eccellenti e sommi in  (802) uno stesso genere. Da che quel genere ne ha avuto uno perfetto e riguardato come perpetuo modello, sebbene quel genere possa avere diverse specie, gl’ingegni grandi e superiori, o sdegnando di non poter essere se non uguali a quell, e di dovere avere un compagno, o per la naturale modestia e diffidenza di chi conosce bene e sente la difficoltà delle imprese temendo di restare inferiori in un assunto, di cui già è manifesta, sperimentata, conseguita, la perfezione, e