Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/479

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466 pensieri (1181-1182)

riorum incisiones. Vedi p. 2340, fine. Ma né fusumfusa non si trovano ne’ vocabolari latini, ma solamente fusus che fa nel plurale fusi. Or ecco ne’ frammenti di Simmaco scoperti dal Mai (Q. Aurelii Simmachi V. C. Octo Orationum ineditarum partes, Orat. III, scil. Laudes in Gratianum Augustum, cap. IX, Mediol. 1815, p. 35): Et vere si fas est praesagio futura conicere, iamdudum aureum saeculum currunt fusa Parcarum. Cosí ha il codice Ambrosiano antichissimo, cioè di verso la metà del sesto secolo almeno, vale a dire un secolo al piú dopo la morte dell’autore. E che non sia sbaglio di scrittura si conosce anche dal vedere che scrivendo fusi guasterebbesi quel ritmo di cui Simmaco era tanto vago e sollecito e cosí perpetuo seguace, come può sapere ognuno che l’abbia  (1182) letto e come si può notare a prima giunta anche negli altri scrittori di quella età e delle circonvicine e generalmente di tutti gli scrittori latini e greci di corrotta e affettata eleganza e rettorica. Questa voce fusa è stata notata dal Mai nell’indice Rerum notabiliorum e dal Furlanetto nell’Appendice al Forcellini. Vedi pure il Forcellini e il glossario in saccus, sextarius, poiché noi diciamo le sacca, le staia. Dal che si potrebbe dedurre che l’antico volgo latino dicesse similmente murum, pugnum, fructum, lectum, sostantivo, digitum, anellum, risum, nel genere neutro, o almeno nel plurale (oltre il mascolino che abbiamo in tali plurali anche noi) mura, pugna, fructa, lecta, digita, anella, risa, come noi diciamo le mura, le pugna, le frutta, le letta, le dita, le anella, le risa e simili, quantunque non resti notizia precisa di queste voci latine, come fino a pochi anni addietro non si aveva notizia della voce che abbiamo veduta e che restava pure nell’italiano. Fructa e mura, neutri plurali, si ritrovano anche nel latino barbaro (Du Cange). Lectum, sostantivo neutro, è usato da Ulpiano nel Digesto, e vedi Forcellini. Risus us dicono i buoni