Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/272

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258 pensieri (1600-1601-1602)

ordinata dalla natura. Del resto, chi può negare che gl’incomodi corporali e sensibili, una certa impotenza che ben si sente non esser naturale, opporsi ed essere sproporzionata alle nostre inclinazioni ed alle forze stesse di quell’animo che noi abbiamo coltivato e coltiviamo, la debolezza, le malattie abituali o attuali, e la facilità somma che abbiamo di cadervi ec. ec. non sieno imperfezioni nell’uomo?  (1601) Ora che la civiltà abbia realmente e grandemente pregiudicato e continuamente pregiudichi al corpo umano e ne attenui il valore. ve ne hanno mille altre prove, ma considereremo solamente questa. Non può negarsi quello che tanti antichi degnissimi di fede e anche testimoni oculari raccontano delle straordinarie corporature de’ Galli e de’ Germani prima che fossero civilizzati. Ora, mediante la civiltà, essi son ridotti alla forma ordinaria, e si può ben credere che così sia avvenuto agli altri popoli la cui civilizzazione è più antica. Lascio gli atleti greci e romani, delle cui forze vedi Celso. Delle forze ordinarie de’ soldati romani vedi MONTESQUIEU, Grandeur ec., ch. 2, p. 15, nota, p. 16, segg. Che la nosologia degli antichi fosse più scarsa di quella de’ moderni, è visibile. Ma essi eran già molto civilizzati, massime a’ tempi, per esempio, di Celso. La nosologia de’ popoli selvaggi è di ben poche pagine, e il loro stato ordinario di salute e di robustezza è cosa manifesta a chiunque li visita, e ciò anche ne’ più difficili climi. Insomma egli è più che evidente che la nosologia cresce di volume,  (1602) e la salute umana decresce, in proporzione della civiltà. Questo si vede anche nelle razze de’ cavalli, de’ tori ec., che passati dalle selve alle nostre stalle e ad una vita meno incivile indeboliscono e degenerano a poco a poco. Lo stesso dico delle piante coltivate con cura ec. Esse acquisteranno in delicatezza ec. ec., ma perderanno sempre in forza; e se per quella delicatezza saranno meglio adattate a’ nostri usi (massime