Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/315

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(1671-1672) pensieri 301

può entrare con essi in competenza di desiderii ec. Parimente, riguardo agl’inferiori, bisogna che i loro vantaggi o piaceri siano d’un alto grado (nel qual caso l’odio è maggiore verso loro che verso qualunque altro), perché arrivino a pungere il nostro amor proprio e la nostra gelosia ec. Nondimeno è vero che sempre se ne prova qualche disgusto (11 settembre 1821).


*   Le teorie delle quali i romantici han fatto tanto rumore a’ nostri giorni avrebbero dovuto restringersi a provare che non c’é bello assoluto, né quindi buon gusto stabile e norma universale di esso per tutti i tempi e popoli; ch’esso varia secondo gli uni e gli altri, e che però il buon gusto, e quindi la poesia, le arti, l’eloquenza ec. de’ tempi nostri, non denno esser quelle stesse degli antichi, né quelle della Germania, le stesse che le francesi; che le regole assolutamente parlando non esistono. Ma essi son andati piú avanti, hanno ricusato o male interpretato  (1672) il giudizio e il modello della stessa natura parziale, sola norma del bello; il fanatismo e la smania di essere originali, qualità che bisogna bene avere ma non cercare gli ha precipitati in mille stravaganze: hanno errato, anche bene spesso in filosofia, ne’ principii e nella speculativa, non solo delle arti ec., ma anche della natura generale delle cose, dalla quale dipendono tutte le teorie di qualsivoglia genere. Il primo poema regolare venuto in luce in Europa, dopo il risorgimento, dice il Sismondi, è la Lusiade (pubblicata un anno avanti la Gerusalemme). Questo è detto abusivamente: per regolare, non si può intendere se non simile a’ poemi d’Omero e di Virgilio. Regolare non è assolutamente nessun poema. Tanto è regolare il Furioso, quanto il Goffredo. L’uno potrà dirsi esclusivamente epico, l’altro romanzesco. Ma in quanto poemi tutti due sono ugualmente regolari, e lo sono