Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/429

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(1870-1871-1872) pensieri 415

ad ogni genere di talenti, di abilità, di discipline ec. ec. ec., ad ogni genere di cose che s’imparano ec. ec. Quello scolare di rettorica  (1871) perfettamente istruito, e che scrivendo cade in mille difetti, non vi cade se non perch’egli eccettua. L’abito di eccettuare è quello che massimamente nuoce ad ogni sorta di discipline, di ammaestramenti, di cognizioni ec; quello che bisogna sopra tutto vincere; quello che rende necessario l’esercizio e l’esperienza in tutto ciò che deesi applicare alla pratica ed eseguire; la qual esperienza non fa quasi altro che persuadervi palpabilmente che bisogna applicare il generale al particolare e non fare eccezioni (8 ottobre 1821).


*   Come quel diletto e quel bello della musica, che non si può ridurre né alla significazione né a’ puri effetti del suono isolato dall’armonia e melodia né alle altre cagioni che altrove ho specificate, derivi unicamente dall’abitudine nostra generale intorno alle armonie, la quale ci fa considerare come convenienti fra loro quei tali suoni o tuoni, quelle tali gradazioni, quei tali passaggi,  (1872) quelle tali cadenze ec. e come sconvenienti le diverse o contrarie ec., osservate. Le nuove armonie o melodie (che già si tengono per rarissime) ordinariamente, anzi sempre, s’elle sono affatto, cioè veramente nuove, a prima vista paiono discordanze, quantunque sieno secondo le regole del contrappunto, per lo che ben tosto appresso ne conosciamo e sentiamo la convenienza, cioè non per altro se non perch’elle sono e ben presto le ritroviamo conformi alla nostra assuefazione generale intorno all’armonia e melodia, cioè alle convenienze de’ tuoni quantunque elle non sieno conformi alle nostre assuefazioni particolari. E quanto piú la detta assuefazione generale è meno estesa o meno radicata e sensibile e immedesimata coll’uditore, tanto piú vivo è il sentimento di discordanza e disarmonia che questi prova a prima giunta; e tanto eziandio piú