Pagina:Zibaldone di pensieri VI.djvu/28

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(3552-3553) pensieri 23

incluso Dante, che non è epico, ma il cui soggetto è narrativo, sebben ei dà forse troppo talvolta in dissertazioni e declamazioni, ma, torno a dire, il suo poema non è epico, ed è misto di narrativo e di dottrinale, morale ec. (29 settembre, dí di S. Michele Arcangelo, 1823).


*    Alla p. 3388. Il vino (ed anche il tabacco e simili cose) e tutto ciò che produce uno straordinario vigore o del corpo tutto o della testa, non pur giova all’immaginazione, ma eziandio all’intelletto, ed all’ingegno generalmente, alla facoltà di ragionare, di pensare e di trovar delle verità ragionando (come ho provato piú volte per esperienza) all’inventiva ec. Alle volte per lo contrario giova sí all’immaginazione, sí all’intelletto, alla mobilità del pensiero e della mente, alla fecondità, alla copia, alla facilità e prontezza dello spirito, del parlare, del ritrovare, del raziocinare, del comporre, alla prontezza della memoria, alla facilità di tirare le conseguenze, di conoscere i rapporti ec. ec. una certa debolezza di corpo, di nervi ec.  (3553) una rilasciatezza non ordinaria ec., come ho pure osservato in me stesso piú volte. Altre volte all’opposto.


    Le passioni che son cose indipendenti dalle idee, giovano pure assai volte, non solo all’immaginazione, ma eziandio all’ingegno in genere, alla ragione ec., perocché negli accessi di passione si scuoprono non di rado, anche da’ piccoli o non esercitati o non riflessivi ingegni, delle verità cosí grandi come solide, secondo che ho detto altrove biasimando l’uso della nuda ragione o facoltà dialettica e ragionatrice, nella filosofia, proprio de’ tedeschi ec. E per lo contrario le passioni mille volte nocciono, impediscono, offuscano, indeboliscono ec. ec., sí l’immaginazione, sí la facoltà ragionatrice, sí l’ingegno in genere, la memoria ec. come ognuno sa ec. Cosí ancora il vino e le cose