Pagina:Zibaldone di pensieri VI.djvu/441

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436 pensieri (4056-4057)

rito e il sapere umano in generale e le scienze fisiche in particolare, è che per ispazio di quasi un secolo e mezzo, quanto ha dalla pubblicazione de’ principii matematici di filosofia naturale a’ dí nostri (1687), non è sorto sistema alcuno di fisica che sia prevaluto a quello di Newton, o quasi niun altro sistema di fisica assolutamente, almeno che abbia pur bilanciato nella opinione per un momento quello di Newton, benché questo sia tutt’altro che certo  (4057) e perfetto, anzi riconosciuto ben difettoso in molte parti, oltre alla insufficienza generale de’ suoi principii per ispiegare veramente a fondo i fenomeni naturali. Nondimeno i fisici e filosofi moderni, anche spento il primo calor della fama e della scuola e partito di Newton, si sono contentati e contentansi di questo sistema, servendosene in quanto ipotesi opportuna e comoda nelle parti e occasioni de’ loro studi che hanno bisogno, o alle quali è utile una ipotesi. Ciò nasce e dimostra che gli spiriti e nella fisica e nell’altre scienze e in ogni ricerca del vero e in ogni andamento dell’intelletto si sono vòlti all’esame fondato dei particolari (senza cui è impossibile generalizzare con verità e profitto) e alla pratica ed esperienza e alle cose certe, rinunziando all’immaginazione, all’incerto, allo splendido, ai generali arbitrarii, tanto del gusto de’ secoli antecedenti e padri di tanti sistemi a quei tempi, che rapidamente brillavano e si spegnevano, e succedevansi e distruggevansi l’un l’altro (4 aprile 1824, domenica di Passione, nevica).


*    Altro per alcuno o ridondante, del che altrove. Aggiungasi quell’uso dell’avverbio altrimenti o altramenti ec., uso frequentissimo appresso i nostri, massime de’ buoni secoli, e non raro neanche oggidí, nel qual uso quell’avverbio sembra un assoluto pleonasmo, quando cioè egli è congiunto alla negazione, per esempio cosí: non v’andò altrimenti, cioè non v’andò