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il paradiso delle signore

risparmiata dalle ragazze la Frédéric, cui affibbiavano amicizie con alti personaggi. La verità era, che di quel che lei facesse non ne sapevano nulla: la sera se n’andava tutta d’un pezzo nella sua alterezza vedovile, e tutta affaccendata, senza che nessuno potesse dire dove correva cosí lesta. Circa alle passioni della signora Aurelia, le scorse delle quali si andava bucinando che avrebbe fatto con giovinetti obbedienti, eran false di certo; si divertivano ad inventarle da ragazze scontente della vendita, tanto per ridere un po’; forse una volta aveva dimostrato un po’ troppo affetto materno a un amico del suo figliuolo, ma oggi aveva nel commercio lo stato e la nomea di donna seria che non ci si divertiva piú a quelle ragazzate. Poi veniva la mandria, la scorribanda serale, di quelle nove su dieci ch’erano aspettate dagli amanti all’uscita: in Piazza Gaillon, lungo la Via della Michodière e la Via Nuova di Sant’Agostino, una fila di uomini stavano lí fermi quasi in sentinella, sbirciando verso l’uscita con la coda dell’occhio; e quando le ragazze comparivano, ciascuno porgeva il braccio, pigliava la sua, e se n’andavano chiacchierando in santa pace da marito e moglie.

Ma, piú che dal resto, Dionisia fu turbata quando capí il segreto del Colomban. Era lí sempre a tutte le ore sull’uscio del Vecchio Elbeuf, dall’altra parte della strada, con gli occhi alzati e senza mai levarli da dosso alle ragazze delle «confezioni».

Se s’accorgeva d’esser guardato da lei, arrossiva e voltava la testa dall’altra parte, quasi impaurito che la giovinetta ridicesse tutto alla sua cugina Genoveffa, sebbene il Baudu e la nipote


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