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il paradiso delle signore

serio!... La vecchia Francia, amico mio, la vecchia Francia!

— E il tuo matrimonio? — chiese il Mouret.

Paolo, senza levar gli occhi di dosso al conte, rispose che aspettavano ancora la morte di quella zia. Poi, tutto allegro:

— L’hai visto? S’è chinato e le ha dato un indirizzo. Lei lo prende con un bel garbo da donna onesta: una donna terribile quella rossa lí, cosí delicata e con quell’aria noncurante... Belle cose succedono in casa tua!

— Oh! — rispose il Mouret sorridendo. — Le signore non son mica in casa mia; sono in casa loro!

E si mise a scherzare. L’amore era come le rondini: portava fortuna alle case. Le conosceva meglio di lui le ragazze che passeggiavano per le sezioni e le signore che per caso incontravano un amico; ma, se non compravano, almeno facevano numero e riscaldavano le stanze. Seguitando a chiacchierare, tirò con sé l’antico compagno sulla soglia della sala in faccia alla grande galleria centrale, che con le sue corti una dietro l’altra si svolgeva ai loro piedi. Dietro avevano la sala con quel suo raccoglimento e scricchiolio di penne e fruscio di giornali. Il vecchio s’era addormentato sul Monitore; il De Boves guardava i quadri con l’intenzione palese di perdere tra la folla il futuro genero. Sola, in mezzo a quella calma, la Bourdelais discorreva a voce alta con i bambini, come se fosse in terre conquistate.

— Non le vedi? sono in casa loro! — ripeté il Mouret, il quale con un gesto largo mostrava la calca delle donne che empiva le sezioni.

La Desforges, dopo aver corso rischio di per-


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