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tu... la padrona sei tu — badava a dire il Baudu. — Noi non vogliamo influenzarti... ma se tu la conoscessi quella casa lí!...

A frasi tronche raccontò la storia di quell’Ottavio Mouret. Tutte le fortune aveva avute! Giovinotto capitato a Parigi dal Mezzogiorno con la graziosa audacia dell’avventuriere; e appena giunto, pasticci di donne, un servirsi delle donne per andare innanzi, lo scandalo di un delitto flagrante, del quale si parlava ancora nel quartiere; poi la subita ed inesplicabile conquista della signora Hédouin che gli aveva portato in dote Il Paradiso delle signore.

— Povera Carolina! — interruppe la signora. — S’era un po’ parenti io e lei. Ah! se non fosse morta lei, le cose non sarebbero andate cosí. Lei non lascerebbe assassinare... E l’ha ammazzata lui! Già, quando faceva quei lavori di muratura! Una mattina andò a vederli e cadde in una buca. Tre giorni dopo morí. E non era stata malata mai; era tanto sana, tanto bella! C’è del sangue, c’è del sangue sotto le pietre di quella casa.

Attraverso i muri additava il gran magazzino con la mano pallida e tremante. Dionisia, che stava a sentire come si sta ad ascoltare una novella, ebbe un leggiero brivido. Chi sa che la paura donde era dalla mattina in poi turbata, l’attrattiva che il Paradiso esercitava su lei, non nascessero dal sangue di quella donna, che ora le pareva vedere rosseggiare nel pavimento?

— Par che gli porti fortuna! — aggiunse la Baudu, senza nominare il Mouret.

Ma il negoziante alzava le spalle sdegnando quei discorsi da comari. Ricominciò il suo racconto, e spiegò commercialmente lo stato delle


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