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XI

I

l Bouthemont arrivò, quel giorno, per il priImo dalla Desforges, al tè delle quattro. Era ancora sola nel suo salotto alla Luigi XVI, ove nei metalli e nelle stoffe brillava una lucida allegria, e s’alzò con aria d’impazienza domandandogli:

— Dunque?

— Dunque, — rispose il giovane — quando gli ho detto che sarei passato di sicuro a salutarvi m’ha promesso di venire anche lui.

— Gli avete fatto capire che oggi faccio conto che venga il barone?

— Sí; anzi mi è parso che si sia risoluto per questo.

Parlavano del Mouret. L’anno innanzi, questi s’era a un tratto affezionato al Bouthemont fino al punto di farselo compagno nei divertimenti; e l’aveva perfino portato da Enrichetta, tutto contento d’avere uno che si prestasse a rallegrare un po’ quella amicizia di cui era stanco.

Cosí, il capo delle sete era alla fine divenuto il confidente del padrone e della bella vedovina:

faceva loro dei piccoli piaceri, discorreva dell’uno all’altra, qualche volta li riconciliava. Nei momenti di gelosia, Enrichetta, perdendo la prudenza delle donne galanti che fan di tutto per


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