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il paradiso delle signore

gio, si poteva permetterlo, ma i figliuoli poi, no! Paolina aveva, è vero, il marito impiegato anch’egli nel Paradiso, ma con tutto ciò aveva paura, perché, al banco, poco piú ci sarebbe potuta durare; e per ritardare d’esser mandata via, si stringeva da soffocarne, risoluta a nascondere la cosa piú che potesse. Una delle due ragazze licenziate aveva partorito in quei giorni un bambino morto, a forza di stringersi la vita; i medici disperavano anche di salvare lei. Il Bourdoncle intanto osservava che il viso di Paolina diventava sempre piú livido, e ch’ella camminava tutta d’un pezzo e come se soffrisse. Una mattina, mentre le era vicino, un garzone che alzava un involto, le diè un tal colpo, ch’ella mandò un urlo e si mise subito le mani sul ventre. Quando si fu riavuta, la portò da parte, le fece confessare tutto, e poi propose al Consiglio di mandarla via col pretesto che un po’ d’aria di campagna era proprio ciò che ci voleva: tutti avrebbero saputo di quel colpo; e, se abortiva, il pubblico ne sarebbe stato commosso: l’anno innanzi, un’altra aveva abortito. Il Mouret, che non era presente al Consiglio, non poté dire il suo parere che la sera, ma Dionisia aveva avuto il tempo di prepararlo, ed egli chiuse subito la bocca al Bourdoncle in nome dell’interesse stesso del magazzino. Volevano mettersi contro tutte le mamme? farsi nemiche tutte le giovani signore della clientela? Fu allora solennemente stabilito che tutte le maritate, quando restassero incinte, sarebbero messe da una levatrice speciale, non appena la loro presenza al banco desse noia a certi scrupoli eccessivi.


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