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Pagina:Zola - Il paradiso delle signore - 1936 - Mondadori.pdf/517

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il paradiso delle signore

l’avrebbe ucciso! Allora egli aggiunse che non era nemmeno piú padrone d’impedire la cosa; se n’occupava il Bourdoncle, e il Consiglio aveva bell’e risolto di farla finita. Per quanto ne fosse addolorata e piena di compassione, lei non poté rispondere nulla.

Dopo un silenzio penoso, il Mouret entrò lui dire dei Baudu. Cominciò con compiangerli molto per la morte della figliuola. Erano ottima a gente, onestissimi; ma avevano avuto tutte le disgrazie. Poi riprese i suoi argomenti: in fondo, la colpa l’avevano loro; come si fa a ostinarsi in quella maniera nella baracca putrida del commercio decrepito! Non c’era da farsi le meraviglie se crollava loro sul capo! L’aveva predetto mille volte: anzi, se ne doveva rammentare anche lei, perché le aveva dato l’incarico di avvertire della inevitabile rovina lo zio, se si ostinasse nelle idee ridicole dei vecchi. E la rovina era venuta. Nessuno ormai la poteva scongiurare e nessuno poteva ragionevolmente pretendere che lui si rovinasse per gli altri. Del resto, anche se avesse fatto la pazzia di chiudere il Paradiso, un altro gran magazzino sarebbe cresciuto subito lí accanto, perché l’idea era di tutti, e il trionfo delle città operaie e industriali era sparso in germe dal vento del secolo, che portava via l’edificio sconquassato delle età passate.

A poco a poco, il Mouret ci si riscaldava e trovava parole d’eloquente commozione per difendersi contro l’odio delle vittime involontarie, contro il clamore delle bottegucce moribonde ch’egli si sentiva crescere attorno. I morti non si tengono in casa; bisogna sotterrarli: e d’un gesto egli spazzava via e gettava sotterra


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